Inove pezzi che compongono il disco in questione sono eterei e cristallini, delicatissimi e allo stesso tempo spiazzanti per mille diverse sfumature che, pur non aggiungendo nulla a generi e commistioni già testati, sono a loro modo traboccanti di ispirata creatività. Colpisce il dosaggio altalenante tra un’elettronica volutamente sintetica e scansionata, con tanto di filtraggio vocale, e una sorta di poetica decadente e infantile, fragilmente equilibrata tra liquidità minimali, fumose e sbiadite reminiscenze esotiche e tenui cantilene fiabesche. Uno sguardo al passato che non vuole attingere ma semplicemente contemplare con nostalgia e trovare spunti per nuove e fantasiose tessiture (www.distorsioni.net).