Si intitola “Per riconoscersi” ed è il sesto album degli En Roco. Per la prima volta nella storia della band genovese, si tratta di un disco politico, nel senso più alto del termine, che dà spazio al concetto di cittadinanza come partecipazione e responsabilità. La cittadinanza come parte rilevante della vita di ciascuno, all’interno del proprio Io, della comunità e del mondo.
In tempi di grande difficoltà nel mantenere vivi i valori democratici – dati in precedenza per acquisiti – si è resa necessaria una presa di posizione sui principi che possano garantire l’armonia e la condivisione nella società.
Tuttavia, all’interno dell’album, si possono percepire tutte quelle contraddizioni umane e sociali che impediscono il raggiungimento di quell’obiettivo politico.
Il suono – nonostante una storia lunga vent’anni – rimane fedele a se stesso ma con un’apertura maggiore alle influenze dei componenti del gruppo. I gusti di ognuno si fanno sentire ma, senza espliciti accostamenti ad un genere, riescono armoniosamente a confluire nello stile En Roco.
Registrato live in 3 momenti distinti dell’ultimo anno e mezzo, l’album guarda tanto al periodo 90/2000 quanto a certe venature funk della fine degli anni ‘70, facendo emergere una sfumatura psichedelica di tanto in tanto.
Si tratta di un disco che condensa molto bene diversi aspetti e che risente in maniera molto naturale degli ultimi 20 anni di storia e di musica.
Track by track
1. Indolenza – Questo brano vuole sottolineare la mancanza di partecipazione e la sofferta constatazione dell’esistenza di situazioni spiacevoli di cui ci si rifiuta di vedere la propria responsabilità.
2. Ho chiuso casa – Questo brano descrive la volontà di rimozione del presente e del passato.
3. Isola – Evidenzia lo stato di apparente benessere che deriva dall’isolamento, la conseguenza delle difficoltà di riconoscersi in una comunità.
4. Sassi – Parla di ciò che si nasconde alla vista e che perciò costituisce un problema. Occorre conoscere in profondità ciò che si detesta per godere di ciò che è nei nostri occhi.
5. Chiamala libertà – Si tratta di un discorso sull’imperativo del presente che disturba le nostre esistenze e su un valore reclamato da tutti ma non sempre garantito.
6. Il sole è una pietra – Questo brano esprime il fastidio rispetto al continuo vociare che sovrasta l’uomo e che causa il suo estraniarsi.
7. In fondo – Si tratta di una riflessione su quanto una vita personale felice sia la prima condizione necessaria per affrontare il mondo e tutto ciò che non funziona. È negli affetti che troviamo forza e motivazione.
8. Per riconoscersi – Vuole esaltare l’importanza di perdersi per trovare strade nuove, pensieri non allineati alla maggioranza degli individui, attraverso le ragioni della conoscenza.
9. Errori – È la traccia che sostiene la necessità dell’errore come matrice di valore.
10. Desideri – Cerca nei sogni tramandati e inespressi, nei valori incarnati, la nostra radice di senso.
11. Monte – Vuole restituire una visione fiduciosa in un futuro da costruire, con il contributo attivo di ciascuno.