Non è niente – Peirone canta Priano


Che cosa avete fatto durante il lockdown?

Giovanni Peirone ha lavorato (didattica a distanza, a Imperia), si è tenuto in forma (vicino ai 60 anni), e ha letto poesie.
In particolare di un altro professore conosciuto su Facebook, scrittore anche in prosa, che ha ricevuto riconoscimenti nonostante il carattere schivo.
Sì, perché mentre allontanava ansia e tedio un giorno una l’ha colpito: “Ma questa è una canzone!”. Così, guidato da musica ed immagini del testo, ci ha lavorato ed è uscita la melodia; e poi chitarra in mano e accordi: non uno schema armonico predefinito ma scelte precise che calzassero quelle parole e quei sentimenti.
L’autore del testo, Gianni Priano di Genova, ne è stato colpito: era la musica evocata da ciò che aveva scritto.
E così un’altra, dopo le lezioni, una prima di dormire, una nel week end.
Siamo arrivati a 16 pezzi, brevi ma sufficienti a riempire un album oltre i fatidici 45 minuti.
Ne è uscito un CD cantautorale rigorosamente unplugged: solo chitarra e voce, accompagnato in fingerstyle, come si usa dire. Realizzato in casa, con quello che un paese blindato concedeva, cioè un microfono e due tracce mixate sul pc.

Si avverte infatti il pathos di un vissuto irripetibile, non la perfezione dello studio.
Un album intimista, a tratti immediato e coinvolgente, altrove dolente ma ironico, speranzoso attraverso quel niente che è in agguato ovunque.
Non mancano alcune citazioni letterarie, sparse come pepite da scoprire setacciando i versi.
Le domande esistenziali si accavallano ai ricordi trasfigurati, alle atmosfere da bossa o al giro modale, ammiccando a spunti blues, jazz o folk.
Un disco non alla moda, non inscrivibile in una corrente, cantato con toni baritonali e un piglio recitante da chansonnier.
Nel brano che dà il titolo alla raccolta un musicista sapiente ha regalato un tocco di classe con una sezioni di archi, la copertina è invece disegnata a matita da una giovane artista autodidatta.
Ascolto suggerito: in relax, per gustare una prima passata. In un secondo tempo però il tutto va rimeditato traccia per traccia.
Scavato, centellinato fino a quando il cuore ne senta il sapore disadorno, non di manicaretti elaborati ma di un insieme di frutta e verdura scelti, dal sapore genuino e schietto; niente arrangiamenti o assoli a coprire le falle di una mancanza di ispirazione: i brani sono quelli, e sfidano chi li ascolta senza blandirlo.

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