Ibrani che compongono “Lunch at 12 since ’82” parlano di episodi molto forti accaduti dove mi trovo ora, a Stoccolma, in Svezia. Nei primi anni di vita svedese vivevo in una casa con una ragazza del posto e avevo un lavoro tranquillo. Da un giorno all’altro mi è crollato tutto addosso, ho perso molto di quello che avevo e mi sono ritrovato da solo. Una volta a colloquio con te stesso, affronti il trauma cercando di ripartire da qualunque cosa pensi che possa farti stare bene. Non molti, purtroppo, ci riescono, ma se hai la forza di ripartire senti di poterlo fare dalle piccole cose. Quello è stato il momento in cui mi sono accorto che scrivere, per me, era tutto. Scrivere testi e comporre melodie era diventato il mio essere me stesso tanto nel piccolo quanto nella sostanza costitutiva di tutti i giorni.