Quando ho un concerto di piano solo abitualmente suono mie composizioni inframmezzate da improvvisazioni, in un flusso continuo non preordinato. Non ho in mente una scaletta precisa ma mi lascio guidare dalle emozioni e sensazioni che mi giungono dal luogo del concerto. Momenti importanti nella preparazione diventano quindi il viaggio e soprattutto l’esplorazione del luogo in cui mi esibirò. Mi piace girare a piedi, assorbire i suoni, i colori, gli odori, i dialetti della gente: tutto ciò si riflette sulla musica che poi suonerò, rendendo ogni performance unica e irripetibile.
Il concerto a Marsala mi ha dato modo di rivedere una delle zone più belle della Sicilia occidentale. La sera prima avevo fatto un’altro spettacolo non lontano, ad Erice, ed ero carico di belle emozioni, un concerto particolarmente intenso, l’incontro con belle persone, una notte primaverile in un luogo molto silenzioso in cui risuonava ancora in me l’eco della musica suonata qualche ora prima. E poi il breve viaggio in macchina per raggiungere Marsala, ascoltando le “Piano Improvisations” di Chick Corea, con le cui note iniziali, rimaste a risuonarmi nella testa, ho poi cominciato il concerto.
Le saline, i mulini a vento, il mare sullo sfondo, i colori delicati e intensi nello stesso tempo, la buona cucina, il profumato vino bianco. E, poco prima dell’inizio, la decisione di registrare il concerto, visto che casualmente avevo con me il mio studio di registrazione mobile, altrimenti questa musica sarebbe vissuta solo nella memoria mia e del pubblico presente, come avvenuto tante altre volte.
Sono passati un paio di mesi prima che ascoltassi la registrazione e quando l’ho fatto improvvisamente mi sono trovato a rivivere le sensazioni di quella sera di aprile, in quel luogo, in un viaggio della memoria attraverso la musica.