Apocalypsis


Dopo il promettente Ep del 2020 intitolato “The Wandering Angel”, i palermitani Silver Nightmares sono chiamati alla prova del debutto ufficiale, e lo fanno con coraggio grazie ad un concept che tratta il percorso storico del genere umano. Si parte con Saphiens che descrive con un bel rock quello che è stato l’ambiente dei nostri progenitori, la musica qui viaggia inizialmente lenta per catapultarci poi in un mondo dove gli elementi essenziali stanno dando vita alla vita. Si continua con l’inno a Nefertiti, la regina egizia della XVIII dinastia, sposa del faraone Akhenaton….la possente voce di Michele Vitrano dà vita ad una Nefertiti rock, con le chitarre e le percussioni che, se pur viaggiano su due parametri diversi, fondono il rock per renderlo un unicum, alla Silver Nightmares. Arriva ora l’esperienza del viaggio in località esotiche ed ancestrali. A pretesto c’è la citazione dell “Etemenanki” ossia (dal sumerico) la “casa delle fondamenta del cielo e della terra” dove tutto è meraviglioso e ammaliante. Tutto è tentazione, tutto è possibile…E’ il brano più originale dell’album dove le leggende si intrecciano, dove la babele di culture fascinose si intuisce e si intravede nel sapiente dialogo ancora una volta (ed è un segno caratteristico della band) tra chitarre e tastiere. Un riff granitico apre “Sea Of Sikelia”, canzone che ha il sapore degli anni ’80 molto forte. La chitarra sale in cattedra così come la scelta dei cori per una felice riuscita epica che travalica la bontà delle melodie di base.

Si prosegue con Scorns Of Time dal piglio pinkfloydiano per una ballata tutta da ascoltare e riascoltare e che siamo sicuri ammalierà tanti appassionati del fluido rosa. Il flauto di Wizards, Witches and Sorcerers ci riporta invece indietro nel tempo. Con un’apertura da concerto alla Neal Morse si presenta invece il settimo brano in scaletta, Awakening che sprigiona tutto il bel progressive rock che i Silver Nightmares sono capaci di realizzare, una scrollata di assoli , cavalcate sonore, e distorsioni chitarristiche da lasciarsi tirare l’anima. Gran bel pezzo questo! Fiati accolgono “8”, eppure sono sempre i Silver Nightmares, la band sta probabilmente cercando una vera identità, ma potrebbe anche averla trovata grazie all’imprevedibilità. Ritornano gli anni ’80 e i Queensryche (o se volete per chi li conosce i Crimson Glory) nella ballata “The Blue Light Of A Star”, sentita e ben interpretata. Come il precedente brano anche “The Weird Black Cross” fa parte del risveglio di coscienza dove ci si sofferma sulle brutture della guerra (si cita lo scontro tra inglesi e tedeschi, Sir Winston Churchill e lo sbarco in Normandia) che ci rende fragili e ci fa perdere l’ingenuità. La conclusiva “Intangible” è un’altra perla di “Apocalypsis”, soave, armoniosa all’inizio quasi in stile New Trolls melodici. In definitiva, un disco che è rock in tutti i sensi, un esordio che è già ….. verso l’infinito ed oltre!

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